sabato 14 aprile 2012

Il re Olos: il drago e lo stregone


Ocouf era un drago buonissimo: non abbrustoliva mai nessuno! Beh, quasi mai…
Un bel giorno, passeggiando nel bosco s’imbatté in una bambina abbandonata e, non sapendo cosa fare, la portò da suo cugino, lo stregone Oiggas.
Ora non chiedetemi come fa uno stregone ad essere il cugino di un drago…
Conoscete uno stregone e un drago? Ah, sì? Allora chiedeteglielo e poi fatemelo sapere.
Torniamo al nostro drago. Portò la bambina da Oiggas e poi partì. Doveva raggiungere l’altissimo monte Odderf: era stato convocato dal gran drago Eroiggam. Ogni cento anni, infatti, tutti i draghi dell’universo si riunivano sui nevai perenni del monte Odderf per condividere le conoscenze acquisite.
Riuscite ad immaginare trecento draghi sulle nevi del monte Odderf? Un vero spettacolo!
Passarono gli anni e la bambina crebbe con lo stregone che l’accolse nell’Attorg Adnoforp e l’amò come una figlia. Le insegnò tutti i suoi incantesimi e le svelò quasi tutti i suoi segreti.
Eh, sì, ho detto “quasi” perché lo stregone non le aveva insegnato a vedere con l’erouc perché alla bambina non era stata rubata la vista.
Nel momento in cui era sceso dal monte Odderf, Ocouf era molto infreddolito, così decise di tornare subito a casa. Il tempo era volato…eppure erano passati 20 anni! Ocouf era molto felice perché aveva acquisito una capacità magnifica: usando il solo occhio sinistro per guardare un altro essere vivente poteva leggerne i pensieri più profondi.
Questa sì che era una notizia per il cugino Oiggas!
Quando Ocouf giunse all’Attorg Adnoforp  Eledurc era cresciuta ed era abile quasi quanto suo cugino.
Lo stregone non era in casa, ma stava per tornare.
Il drago approfittò dell’attesa per scrutare i pensieri della ragazza e quello che vide non gli piacque affatto! Vide che Eledurc concepiva pensieri molto cattivi. Non provava nessun affetto per il povero Oiggas. Il suo scopo era quello di diventare la strega più potente di tutte e il progetto prevedeva l’assassinio di Oiggas quando sarebbe arrivato il momento.
Ocouf fece finta di niente e attese l’arrivo del cugino.
Allorché arrivò lo stregone, Eledurc finse di lasciarli da soli, si nascose e ascoltò tutto quello che il drago raccontò ad Oiggas.
Quando lo stregone venne a sapere della nuova abilità del cugino, il suo cuore si riempì di gioia, ma quando scoprì la cattiveria di Eledurc un gran dolore gli avvolse la mente e gli occhi si riempirono di lacrime che scendendo sul viso e cadendo sul cuore lo gelarono!
Il povero drago non sapeva che fare e pensò bene di indirizzare il suo alito infuocato sul ghiaccio che imprigionava il cugino, quando Eledurc, approfittando della situazione, immobilizzò Ocouf con un potente incantesimo, gli cavò l’occhio sinistro e poi fuggì!
Il sangue del drago era bollente e cadendo sul ghiaccio che bloccava Oiggas lo sciolse.
Lo stregone, riavutosi, liberò suo cugino dall’incantesimo e curò la sua ferita. Ancora oggi il drago Ocouf va in giro con una benda sulla ferita provocata da Eledurc.
Dove scappò la strega? Chi era veramente Eledurc?
Questo lo racconterò la prossima volta…

Il re Olos: Lo sguardo oltre il mare


C’era una volta un re con la testa d’oro. Il suo nome era Olos ed era segnato sulla sua fronte come un ricamo su una stoffa preziosa.
I suoi occhi erano capaci di guardare oltre l’immenso mare. Riusciva a vedere cose lontanissime e remote. Olos era molto triste perché tutto ciò che vedeva non poteva condividerlo con nessuno. La gente non capiva e aveva paura…
Il mare era immenso e profondo, è vero, ma al di là dal mare c’erano terre magnifiche abitate da popoli benevoli e ospitali. Come sarebbe stato bello poter visitare quei luoghi pieni di splendore!
Un giorno il re si trovava sulla spiaggia e il suo sguardo si era spinto un po’ più lontano del solito, quando vide un essere che brillava di una luce straordinaria.
Lo sguardo del re incontrò quello di Asonimul, così si chiamava la fantastica creatura, e riuscirono a comunicare così, attraverso i loro sguardi. Il re seppe che secoli addietro le creature come Asonimul non erano rare, anzi ce n’era un intero popolo. Ora ne erano rimaste solo sette.
Il re chiese cosa fosse successo, ma Asonimul pianse tanto che i suoi occhi si appannarono e non poté comunicare più con Olos.
Il re divenne tristissimo e sempre più inquieto finché un bel giorno ebbe un’idea: costruire una nave per poter attraversare il mare e raggiungere Asonimul.
La nave doveva essere d’argento con vele di finissima seta. Nell’ordito delle vele dovevano essere intessute queste parole scritte nell’antica lingua oirartnoc-la:
Nos evan id er: osrevartta li eram
edno echifingam imetaicsal eradna
ortsom oniram non im eriref
art i ittulf idnoforp non ossop erirep
ocrec eud ihcco ehc onalevs li erouc
ocrec al annod ech anod eramo’l
Queste parole formavano l’incantesimo dello stregone Oiggas che viveva in una grotta isolata e tetra. Quel luogo nell’antica lingua si chiamava Attorg Adnoforp. La grotta, in realtà, era accessibile solo a coloro a cui era stata rubata la vista. Lo stregone Oiggas, dopo averli accolti nella sua dimora, insegnava loro a vedere con l’erouc, un antico strumento donato agli uomini dalla dea Ecirtaerc, ma che ormai nessuno sapeva più usare.
Occorsero tre mesi per costruire la nave. Il re era impaziente: doveva raggiungere Asonimul! Non era dello stesso parere la maga Eledurc che aspirava a diventare regina…Lei, grazie all’arefs conosceva tutti i pensieri di Olos! L’arefs era un gioiello magico dov’era incastonato l’occhio del drago Ocouf.
Come la maga Eledurc si fosse procurata l’occhio di Ocouf ve lo racconterò la prossima volta…
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